disagio giovanile

Da uno studio della Dott.ssa Floriana De Michele, Psicologa Psicoterapeuta, Assistente Sociale
Psicologo Avezzano

La Marsica è un territorio che porta con sé i retaggi di una posizione geografica non privilegiata, fuori dalle principali vie di comunicazione e di commercio, fuori anche geopoliticamente dalle realtà con maggior peso politico come per esempio la regione Lazio, dalla quale è solo parzialmente lambita, la Puglia, e la Campania.

Ciò ha naturalmente contribuito ad una sua arretratezza ed a un livello di disoccupazione superiore alla media. Molti sono ancora i giovani che sono costretti a recarsi per lavoro in altre regioni, o addirittura all’estero.

Nello studio datato 1998, ma ancora recente per i contenuti e le tematiche affrontate, di cui potete leggere nel post Disagio Giovanile Avezzano, emerge come i giovani necessitino di insegnamenti e di indirizzi. La speranza dell’Europa ha portato benefici di carattere monetario, gestiti dalla politica, che i giovani non sempre hanno mezzi per poterli sfruttare, confermando, così, la realtà di un disagio giovanile la cui conseguenza principale si è manifestata nella mancanza di “salute”.

La salute è infatti non solo uno stato fisico, ma anche uno stato psicologico e sociale, perché dipende dal poter condurre una vita economicamente utile e produttiva che permetta ai giovani di poterla programmare in modo soddisfacente ed adulto sperimentando la convivenza di coppia e il matrimonio, e diventare genitori ecc…

Una vita che, “va conquistata giorno per giorno” da parte di tutti.

Tante sono le espressioni di disagio che intravediamo nella nostra realtà che non ci fanno ben sperare.

L’uso di droghe, di psicofarmaci, le malattie mentali, il suicidio, la delinquenza , la violenza domestica contro le donne o gli anziani, le problematiche della scuola con il bullismo.

La dipendenza è una grande piaga (da stupefacenti , da alcol, tabacco o gioco d’azzardo) ed è da considerare una reazione inadeguata della persona all’ambiente sociale in cui è inserito e vive.

E’ necessario in questi casi riabilitare, correggere i comportamenti devianti, curare, aiutare il singolo in difficoltà, ma soprattutto attuare politiche sociali e sanitarie di prevenzione.

Va fatto coltivare e insegnato ai giovani il giusto grado di “self control”, cioè di controllo del proprio comportamento in una propensione funzionale allo sviluppo sociale.

I primi luoghi in cui questo deve avvenire sono la famiglia e la scuola. E per questo che la prevenzione dovrebbe essere l’intervento primario in queste realtà, oltre che diretta ai singoli e ai gruppi di giovani.

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